Tutti hanno dei sogni nel cassetto, speranze, desideri …………………………………   E’  importante prendere coscienza dei propri desideri, capire chi siamo in base a ciò  che desideriamo e poi non abbandonarli, perché bisogna sempre coltivare i propri sogni , investirci tempo, denaro, perché la vita va avanti comunque con o senza di noi e non torna più indietro.  Bisogna star loro addosso costantemente e fare soprattutto le cose che ci piacciono, non solo quelle, ma soprattutto quelle, e alla fine ci si accorge che diventa tutto più facile. Ecco perché un giorno ho preso l’aereo ed in compagnia di amici sono ritornato in Egitto.


Il Cairo………….. “ la Vittoriosa”, capitale dal 969, si presenta sovraffollata con i suoi 13 milioni di abitanti, caotica e inquinata. Uno di quei posti dove è meglio fermarsi  lo stretto indispensabile, un salto veloce a visitare il coloratissimo bazar con  un’occhiata  alla moschea di Mohammed Ali divenuta emblema del Cairo.




E poi lo spettacolare  museo egizio con il tesoro di Tout-Ank-Amon con il suo sarcofago d’oro,  oserei dire la più grande opera di alta oreficeria della storia, fa riflettere su quanto abbia perduto l’umanità con la trafugazione delle tombe di faraoni più importanti se teniamo in considerazione il fatto che  Tout-Ank-Amon è vissuto solo 18 anni.







 Ma di tutte le scoperte quella che più mi ha impressionato è stato il ritrovamento per caso della stele di Rosetta senza la quale sarebbe stato impossibile tradurre i geroglifici, scrittura che secondo la  tradizione è stata insegnata agli uomini direttamente dal Dio Thot durante il regno di Osiride. Tutto quello che sappiamo su questa civiltà lo dobbiamo a questo blocco in basalto che porta un’iscrizione in tre differenti lingue: geroglifico, demotico e greco. Quest’ultima è stata la chiave di volta che ha permesso l’apertura di un mondo, e centinaia di papiri ed iscrizioni incomprensibili furono tradotti dando risposte a centinaia di domande che per secoli non avevano ottenuto risposte. Fotografata a Londra al  British Museum  che ne ha fatto uno dei reperti più importanti della sua collezione.


E finalmente si arriva a Giza……….. qui si offre agli occhi dei visitatori uno degli spettacoli più belli che la mano dell’uomo abbia potuto concepire, annoverata tra le sette meraviglie del mondo, e trova piena applicazione il detto egiziano “ Tutto il mondo teme il tempo, ma il tempo teme le piramidi”. Qui parlano le immagini………





Così David Roberts dipinse la Sfinge nel 1850.


Nel 1954 nelle immediate vicinanze della piramide di Cheope, chiuse da enormi blocchi di pietra con incisi i cartigli del figlio di Cheope, venne ritrovata una    “barca solare, forse la stessa che accompagnò il corpo di Cheope a Giza prima della sepoltura nella grande piramide che il faraone si costruì come eterna dimora.





La Sfinge colossale: rappresentazione di un leone con la testa umana in cui la storia riconosce il volto di Kefren,  che sta a guardia della propria tomba.




………..e  purtroppo deturpato dal tempo ma ancor di più dall’imbecillità dei mamelucchi.


Il tempio della Sfinge è una costruzione che mi affascina particolarmente, ed è diverso dai templi della quarta dinastia e da quelli che seguiranno. Basta confrontare le costruzione dei vari templi per rendersi conto che sono concezioni  tecnicamente diverse. Senza entrare nel merito e considerando il corpo massiccio di questa costruzione e la particolare tecnica di costruzione in strutture già viste in altre parti del mondo………. mi sono convinto che questo tempio abbia origini addirittura antecedenti alle piramidi.





Capolavoro architettonico ordinato dalla regina Hatshepsut come monumento funebre per suo padre Thot-mosis I e per se stessa. Interessanti i bassorilievi che narrano, oltre alla nascita e infanzia della regina, una spedizione militare verso un misterioso terra di Punt che si presume fosse nell’Africa centrale.



Valle dei re

I colossi di Memmone sono tutto quello che rimane del tempio funerario di Amenofi III.



La tomba più celebre di tutta la valle dei re è quella di Thot-Ank-Amon, dove fu trovato lo splendido tesoro che abbiamo visto nel Museo del Cairo. L’impressione è quella di trovarsi su un altro pianeta, una vallata sperduta di rocce bruciate dal sole praticamente invivibile in mezzo al nulla. Eppure nelle viscere di questo luogo esiste un mondo carico di dignità ed equilibrio carico di preziose testimonianze e tesori artistici, anche se purtroppo violato e svuotato ripetutamente,  ma che tutt’oggi induce  rispetto e meditazione.



Siamo a Karnak: il maestoso viale di sfingi ci invita ad entrare con le colossali statue altissime a presidio del cortile del tempio.




Il Dio Amon ( identificato nell’ariete ) che protegge il faraone.



La sala ipostila, considerata uno degli esempi più belli dell’architettura egiziana. 134 colonne alte più di 20 metri ci  invitano ad entrare, accogliendoci  maestose e imponenti, le dimensioni e giochi d’ombra creano incredibili emozioni.






Obelisco di Hatshepsut e di Thot-Mosis.




Parte dell’obelisco con i cartigli di  Amon-Ofis III.



Sullo sfondo la sala ipostila con obelisco di Amon-Ofis III.



E  difficile oggi, dopo essere arrivati a Luxor, rendersi conto di come qui anticamente si estendeva la grande città di Tebe, per lunghi secoli capitale dell’impero egiziano. L’insistenza proverbiale dei bottegai egiziani qui è particolarmente  snervante, ed è impossibile percorrere pochi metri senza che ti si appiccichino addosso come sanguisughe. Sarebbe inutile spingersi in questi luoghi se non per l’unico testimone dello splendido passato, il grandioso tempio che gli egiziani chiamano “ Harem meridionale di Amon” iniziato da Amon-Ofis II, ingrandito da Thot-Mosis III e terminato da Ramsete II ed unito al tempio di Karnak da un lungo viale  che termina con l’ingresso principale del tempio di Luxor.



Segnato sulla sinistra da un grande pilone costruito da Ramsete II , mentre quello di destra lo si può ammirare in place de la Concorde a Parigi. L’entrata si sviluppa su un fronte imponente ornato da bassorilievi che rappresentano scene della campagna militare contro gli Ittiti.










L’imponente colonnato ci introduce nella corte di Amon-Ofis III, vera e propria foresta pietrificata.











Un tempo questo importante sito archeologico era talmente immerso nella terra che la moschea è stata edificata sul tetto del tempio.



L’ aspetto imponente e quasi militaresco caratterizza questo tempio di Ramsete III, uno degli edifici stilisticamente più perfetti che l’arte egiziana ci abbia lasciato. Queste mura raccontano storie di un tempo lontano, di prigionieri e di sacrifici, di  faraoni che conducevano al Dio Amon i nemici catturati e così via……













La fama di Edfu deriva dal fatto che in questa piccola città si trova il tempio meglio conservato di tutto l’Egitto, con  l’imponente facciata raffigurante le grandi figure di Horus e di Hathor.




A  guardia dell’entrata al tempio troviamo due bellissime sculture di granito nero, raffiguranti Horus in forma di falcone.



 Il cortile interno con sullo sfondo l’entrata al bellissimo tabernacolo.






In perfetto stato di conservazione, il monolito di granito nero che,  stupendo ed imponente accoglie da innumerevoli secoli i  visitatori, fu costruito, come recitano le iscrizioni,  da Nectabano nel 360 aC.




Era l’antica Pa-Sebek cioè la dimora del dio coccodrillo.



Suggestivo lo scenario che si apre affacciandosi dal Nilo. Imponenti i resti di un tempio insolito, infatti il tempio è la somma di due templi affiancati.








Ad essere sincero ero un po’ scettico quando sentii parlare per la prima volta della “crociera sul Nilo”, perchè mi dava una sensazione di antico……….. forse troppo turistico o forse un semplice retaggio cinematografico. L’agente di viaggio mi disse che avrei rimpianto il non andarci, “ rimpianto” addirittura  Bah !! .......... Rimpiango i miei 18 anni  ………….. e forse nemmeno quelli. Alla fine mi convinsi, anche perché il viaggio era strutturato in modo tale che di notte si navigava e di giorno si passava a visitare i siti archeologici,  non c’erano altre alternative. Beh !! Non soltanto non mi ha deluso, ma ci sono ritornato, mi piace lasciarmi dondolare dalle acque calme del fiume o rimanere sul ponte semplicemente ad ammirare questo mondo che mi scivola davanti con i suoi misteri e le sue leggende.






Nel mezzo di una scenografia onirica l’isola sacra, dominio della dea Iside, con i suoi pilastri e le sue colonne che si scagliano contro l’azzurro del cielo. L’impressione è quella di trovarsi in un paesaggio che esiste solo nella fantasia mentre la facciata del primo pilone con l’entrata principale ci invita ad entrare.



Secondo pilone con particolari bassorilievi.




Particolare del colonnato.




L’elegante padiglione Traiano.




Dopo la costruzione della diga di Assuan per salvare il tempio si è dovuto smontarlo e ricostruirlo nello stesso identico modo su un’isola nelle immediate vicinanze.




Siamo sulla diga di Assuan “ barriera contro la fame “. Progettazione Sovietica con relativa costruzione nel 1960, e nel 1964 le acque del Nilo venivano convogliate nel canale di derivazione.



Il lago formatosi  ( lago di Nasser) è il secondo al mondo dopo quello formatosi sullo Zambesi e risolse il dramma dell’Egitto riuscendo ad aumentare di 20 volte la superficie allora coltivabile e la relativa produzione di energia elettrica.



Per contro sarebbero andati perduti, perché sommersi, monumenti storici di inestimabile valore storico e artistico. Una lotta contro il tempo ha portato una serie di incredibili salvataggi nei confronti di queste opere  d’arte riuscendo a smontarle ed a ricostruirle nelle immediate vicinanze, mentre altre fanno mostra di sé nei più grandi musei del mondo come il Tempio di Dendur fotografato al Metropolitan Museum of New York donato dal governo egiziano agli Stati Uniti. Struttura incredibilmente ornata dedicata alla dea Iside rimane , nonostante le ridotte dimensioni, una struttura davvero notevole e preziosa.  






Al confine con il Sudan a circa 300 km a sud di Assuan, al confine del  mondo allora conosciuto, si trova la più bella e grandiosa costruzione del più grande  faraone della storia egiziana: Abu Simbel, tecnicamente dedicato agli dei, ma praticamente eretto per glorificare nei secoli il suo costruttore Ramsete II.





Così lo vide immerso nella sabbia lo storico svizzero Burkhardt nel 1813.



Oltre a essere uno dei templi Nubiani più belli, è anche il simbolo della gigantesca opera di salvataggio dalle acque del lago Nasser. Forse legare Abu Simbel esclusivamente a Ramsete II è ingiusto, perché  a fianco di questo tempio si trova un tempio di piccole proporzioni ma di squisita armonia che il faraone fece edificare dedicandolo alla bellissima moglie Nefertari, certo non l’unica, ma sicuramente la più amata. Un amore sconfinato destinato a sfidare il tempo, perchè mai nell’Egitto faraonico una donna era stata raffigurata sulla facciata di un tempio.




Fotografata tanti anni fa nel Neues Museum di Berlino, ecco la straordinaria bellezza di Nefertiti.



Questo è il monastero di S.Caterina, la più piccola diocesi del mondo e nello stesso tempo il più antico convento cristiano ancora esistente con all’interno la più ricca collezione di icone e manoscritti del mondo. Nata come piccola cappella venne ampliata da Giustiniano e fu allora che assunse l’aspetto di una massiccia fortificazione.




Le prime notizie su questo convento risalgono alle cronache del Patriarca di Alessandria. Esse narrano di come la madre dell’imperatore Costantino rimase così impressionata dalla sacralità del luogo che nel 330 dC fece costruire una cappella sul sito dove si trovava il roveto ardente.



La salita sul monte di Mosè offre scorci panoramici mozzafiato per arrivare nel punto dove la tradizione narra dell’incontro di Mosè con Dio (esodo 34:5)





   Cambiamo prospettiva come dei grandi viaggiatori alla fine di un lungo viaggio andiamo a goderci qualche giorno al mare…………………. Visti da lontano sono grandi costruzioni che si  susseguono perfettamente ordinate e misteriose lungo la costa, visti dal mare sembrano fortezze a presidio di lande sterminate  e desertiche.




 Ma sono solo un’illusione. Infatti avvicinandosi queste costruzioni misteriose si sgretolano, in tante piccole costruzioni in ferro e cemento, svelando il vero volto che da Sharm el Sheikh arriva fino a Taba.







Colpa dei tempi moderni, che anno fatto di questa regione un pezzo di occidente in terra d’Africa, labirintici shopping center, Hotel all’avanguadia, punto d’arrivo di un trampolino tra Europa e le sconfinate barriere coralline che si susseguono le una alle altre in un mare incredibilmente cristallino praticamente tutto l’anno, una flora e una fauna marina la cui varietà e ricchezza non anno paragone in altri mari.







Anche questa volta siamo arrivati alla fine di un viaggio, ringrazio tutti gli amici che ci anno accompagnato e un arrivederci alla prossima storia.


Considerazioni finali.

L’antico popolo egizio mi è apparso da sempre come una civiltà superiore proveniente da un altro mondo. Nel periodo in cui i popoli della terra uscivano faticosamente dall’età della pietra, costruendo culture più o meno uguali in tutte le parti del mondo, il popolo egizio nasceva già evoluto superando le possibilità umane di 6000 anni fa, quasi con una capacità di esperienze vissute in un mondo straordinariamente progredito.  Rivisitare questi luoghi è stata un’esperienza incredibile e unica avvolta nel mistero.  La creazione delle piramidi di Giza progettate come immagini terrestri della costellazione di Orione. La Sfinge con i suoi profondi solchi che sembrano causati da continue precipitazioni in un tempo che sfugge all’immaginazione.  Lo stile architettonico megalitico con le sue caratteristiche sproporzioni, con la sua tecnica  a “puzzle” riscontrata anche in altre parti del mondo …… ,  tutti segni che fanno risalire queste costruzioni a tempi di gran lunga più antichi di quanto non ritengano gli egittologi e, considerando i tempi di sviluppo di altri popoli di quel tempo,  “per me” questa civiltà continuerà a rimanere  un mistero misterioso.